Colpaccio di Anonymous sulla banca centrale russa, sarà vero?

Il collettivo di hacktivisti, apertamente schierato a favore dell’Ucraina e contro Vladimir Putin, ha promesso la pubblicazione di 35mila file. Solo il leak, forse, potrà dimostrarlo. Pubblicato il 24 marzo 2022 da Valentina Bernocco Nella cyberwar che accompagna la più drammatica guerra reale, Anonymous mette a segno un colpaccio: il collettivo di hacktivisti, apertamente schierato contro Vladimir Putin, è entrato nei sistemi della banca centrale russa. O almeno così sostiene la rivendicazione pubblicata su Twitter. La notizia dell’hackeraggio compiuto da Anonymous ha già fatto il giro del mondo, a poche ora dal tweet in cui il gruppo ha annunciato che entro la mattinata di sabato saranno pubblicati anche i 35mila file intercettati, alcuni dei quali contengono “accordi segreti”.

Risale solo a due giorni fa il precedente colpo rivendicato da Anonymous, ovvero l’hackeraggio dei sistemi informatici di Nestlé. Una missione punitiva, conseguente alla scelta della multinazionale di non ritirare immediatamente i propri prodotti dagli scaffali della grande distribuzione in Russia. Il collettivo ha detto di aver sottratto 10 GB di dati contenenti informazioni aziendali riservate, password nomi e indirizzi email dei clienti di Nestlé.

Quest’ultima ha però smentito di aver subìto alcuna violazione informatica, spiegando che tali dati erano stati pubblicati per errore già a febbraio. Indagini condotte dalla testata Cybernews hanno appurato che i file di Nestlé pubblicati online da Anonymous corrispondono in realtà a 5,7 GB, e non a 10 GB come rivendicato. Nel frattempo l’azienda ha fatto sapere di aver interrotto le attività di importazione ed esportazione e le attività pubblicitarie in Russia.

La rivendicazione di Anonymous su Twitter

Cyberwar tra propaganda e verità Resta da capire se il presunto attacco informatico alla banca centrale russa sia accaduto davvero, e l’eventuale leak dei 35mila file, annunciato da Anonymous, potrà forse dimostrarlo (Intanto, secondo indiscrezioni di Bloomberg, la governatrice della banca centrale sarebbe sul punto di rassegnare le dimissioni). L’impressione generale è che anche la cyberwar stia andando avanti tra verità e menzogne propagandistiche o tattiche, così come sta facendo la ben più drammatica guerra reale che sta devastando le città ucraine e il suo popolo. Il conflitto digitale vede entrambi i fronti impegnati tra cyberspionaggio, attacchi DDoS, ransomware e disinformazione online a base di fake news, deep fake e l’ingaggio di voci complici della propaganda anche attraverso TikTok.

L’operazione russa, per cui li collettivo ha anche lanciato l’hashtag #Oprussia, annovera già anche violazioni dei siti Web russi di Auchan, Decathlon e Leroy Merlin. Inoltre gli hacktivisti stanno cercando di bucare il muro della censura del Cremlino inviando Sms su utenze russe e allo stesso fine, sempre stando alle rivendicazioni, sarebbero state hackerate migliaia di stampanti ubicate in territorio russo per stampare documenti di contro-propaganda. banca centrale