Guerra / Roberto Vivaldelli 11 Marzo 2022
La comunità d’intelligence degli Stati Uniti prova a entrare nella testa del presidente russo, Vladimir Putin, per capire quali potrebbero essere le prossime mosse dello Zar nella guerra in Ucraina. Lo scorso 8 marzo, il direttore dell’intelligence nazionale Avril Haines, durante l’audizione annuale della House Intelligence Committee sulle minacce mondiali, insieme ai vertici delle varie agenzie – la comunità d’intelligence americana racchiude 17 agenzie e organizzazioni – ha provato a capire cosa si cela dietro la mente del presidente russo e della sua cerchia. Come riporta Politico, i funzionari statunitensi hanno descritto Putin come “un uomo forte” sempre “più isolato e indignato, frustrato per le prestazioni delle sue truppe” dopo due settimane di battaglia in Ucraina e “disposto a portare il conflitto a livelli ancora più pericolosi”. Haines ha sottolineato che Putin “probabilmente prevedeva” molte delle sanzioni finanziarie internazionali imposte in risposta all’aggressione della Russia, ma “non aveva previsto fino a che punto gli Stati Uniti e i loro alleati e partner avrebbero adottato” misure drastiche come quella decisa dal Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, di annunciare lo stop alle importazioni di gas e petrolio russo. Allo stesso modo, il presidente russo, secondo Haines, avrebbe sottovalutato “il ritiro dalla Russia avviato da attori non statali nei settori privati”, come le tante aziende americane e occidentali che hanno deciso di lasciare il Paese, fra cui McDonald’s, Starbucks, ma anche Apple, Shell, Volvo, Volkswagen, Bp, Netflix. Un azzardo che costerà caro all’economia russa. “Putin convinto di vincere la guerra in Ucraina” Secondo Avril Haines, tuttavia, queste misure non scoraggeranno affatto Vladimir Putin, né lo convinceranno ad interrompere la guerra in Ucraina. Anzi. Il direttore dell’intelligence nazionale ha affermato che la comunità dell’intelligence statunitense ritiene “improbabile” che Putin si faccia “scoraggiare” e, anzi, potrebbe “intensificare” l’attacco. Il leader del Cremlino, inoltre, “probabilmente rimane ancora fiducioso del fatto che Russia possa sconfiggere militarmente l’Ucraina”, ha aggiunto Haines. Sebbene non sia ancora “chiaro” se il presidente russo perseguirà un “piano massimalista per conquistare tutta o la maggior parte dell’Ucraina”, ha detto Haines, troverà “particolarmente impegnativo” mantenere il controllo del territorio conquistato e instaurare un regime sostenibile pro-Mosca a Kiev in mezzo a quella che potrebbe essere “una rivolta persistente” e “significativa” degli ucraini. Per il presidente russo, dunque, il rischio “pantano”, almeno secondo la comunità d’intelligence statunitense, è concreto. “Un uomo molto arrabbiato e frustrato” Haines ha inoltre sottolineato nel corso dell’audizione che il presidente russo “si sente addolorato che l’Occidente non gli dia la considerazione adeguata” e percepisce che questa è una guerra che “non può permettersi di perdere”. Questa percezione, tuttavia, potrebbe cambiare nel corso del tempo, “visti i costi significativi” che la Russia “sta affrontando” a causa della guerra. Il direttore dell’agenzia d’intelligence per la Difesa, Scott Berrier, ha snocciolato qualche numero sulle perdite russe: si tratterebbe, “con scarsa sicurezza”, di un numero che oscilla fra i 2.000 e i 4.000 soldati russi uccisi dalla resistenza ucraina. Netto il giudizio sul leader del Cremlino del direttore della CIA, William Burns, secondo il quale Putin “si è nutrito di una combinazione pericolosa di rancore e ambizione per molti anni”. ________________________________________ “Penso che Putin sia arrabbiato e frustrato in questo momento” ha aggiunto. “È probabile che raddoppierà e cercherà di schiacciare l’esercito ucraino senza riguardo per le vittime civili”. Secondo Burns, il leader del Cremlino governa con il supporto di una cerchia “sempre più ristretta” di consiglieri fidati. Una narrazione emersa di frequente, su larga parte stampa occidentale, nelle ultime settimane, quella che vede un presidente infuriato, sempre più solo e isolato. Ma è davvero possibile un regime change in Russia? E chi potrebbe sostituire Putin, in questo momento? La cautela in tal senso è doverosa. I funzionari dell’amministrazione Biden spiegano che il loro obiettivo non è estromettere Putin dal potere, ma piuttosto non consentirgli più di ignorare i sentimenti dell’opinione pubblica russa che si oppone al consulto. Anche – e soprattutto a questo – servono le sanzioni economiche: a colpire la popolazione per farla insorgere contro il tiranno di turno.
usa