NORVEGIA: DRONI SU AEROPORTI E AREE STRATEGICHE


Lorenzo-Vita

20 OTTOBRE 2022

La Norvegia ha un problema di spionaggio. Nelle ultime settimane, la polizia di Oslo ha eseguito una serie di arresti per persone che pilotavano piccoli velivoli nei pressi di aeroporti o aree strategiche o fotografavano luoghi e soggetti proibiti dalla legge per motivi di sicurezza. Un’ondata di arresti con un particolare di non poco conto: i fermati sono tutti cittadini russi. L’ultimo di essi, Andrei Yakunin, fermato nelle Svalbard, sarebbe addirittura il figlio di un uomo vicino a Vladimir Putin.

Il primo ministro Jonas Gahr Store non ha alcun dubbio e ha parlato apertamente di “intelligence straniera” – leggasi “russa” – che utilizza questi droni per spiare e interferire sulle infrastrutture di tutto il territorio norvegese. Dopo che uno di questi velivoli è stato intercettato nei presso dell’aeroporto di Bergen, Store ha definito “inaccettabile che i servizi segreti stranieri volino con droni sugli aeroporti norvegesi”. È la conferma di un problema che da diverse settimane agita l’intelligence norvegese che, come ha dichiarato lo stesso ministro della Giustizia Emilie Enger Mehl, in questo momento è “sotto pressione”.

I media locali parlano di avvistamenti di droni non solo vicino alle piste per gli aerei ma anche a centrali elettriche e terminali di gas. Sotto “osservazione” anche i velivoli militari, come avvenuto a Tromsoe, dove un uomo di 50 anni è stato trovato con “una grande quantità di attrezzatura fotografica, tra cui un drone e una cassetta di schede di memoria” in cui vi erano anche immagini di elicotteri Bell dell’esercito norvegese. Il giorno prima era stato fermato invece un altro uomo, questa volta in possesso di due droni e di materiale fotografico, ma a Storskog, unico punto per passare dalla Norvegia alla Russia.

La questione era già balzata agli onori delle cronache a settembre, quando lo Stavanger Aftenblad aveva dato la notizia di diverse apparizioni di questi velivoli nel Mare del Nord, molto vicino alle piattaforme off-shore di gas. Un traffico continuo che ha immediatamente insospettito non solo i colossi energetici della Norvegia ma soprattutto gli apparati di sicurezza, dal momento che Oslo, specialmente dopo l’inizio della guerra in Ucraina, è diventato il maggiore fornitore di gas all’Europa. La protezione di queste infrastrutture strategiche, a maggior ragione dopo le esplosioni che ha subito il gasdotto Nord Stream nel Baltico, diventa ancora più essenziale se si pensa all’importanza che esse hanno per il fabbisogno energetico del continente europeo. Il fatto che continuino a volare droni pilotati da cittadini russi non fa che innalzare ulteriormente il livello di allarme. Vista la facilità con cui sono stati individuati i soggetti accusati di spionaggio, potrebbe anche trattarsi di un modo per mettere pressione a un alleato fondamentale dell’Europa e competitor sul fronte del gas, oppure di uno strumento per testare le capacità di reazione della sicurezza norvegese in caso di attacchi a basi o piattaforme.

Dalla Russia negano qualsiasi coinvolgimento. Come riportato da France 24, l’ambasciata russa a Oslo ha parlato di “isteria” del Paese che ha imposto a “comuni turisti” un “ingiustificato e discriminatorio” divieto di uso di droni e arresti. Ma intanto le autorità norvegesi hanno chiesto ai cittadini di vigilare su qualsiasi utilizzo sospetto di droni.

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