L’Antitrust ha comminato una sanzione da 3,2 milioni a Xiaomi. Secondo l’Autorità, la società italiana dell’omonimo gruppo cinese ha ostacolato i consumatori nel tentativo di usufruire della garanzia legale di conformità. Tutti i dettagli Multa salata per Xiaomi in Italia. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha comminato a Xiaomi Technology Italy Srl, società italiana dell’omonimo gruppo mondiale, una sanzione di 3,2 milioni di euro. Lo ha reso noto l’antitrust. L’istruttoria dell’Agcm ha accertato infatti una serie di condotte tenute da Xiaomy Italy che costituiscono una pratica commerciale scorretta. Secondo l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli la filiale italiana del produttore cinese di smartphone ha ostacolato l’esercizio da parte dei consumatori dei diritti derivanti dalla garanzia legale sui prodotti di elettronica a marchio Xiaomi. Quindi Xiami Italy ha ora sessanta giorni di tempo per comunicare all’Autorità le iniziative assunte in ottemperanza alla diffida. Tutti i dettagli. LE CONDOTTE SCORRETTE Nello specifico, l’Antitrust ha verificato le condotte di Xiaomi Italy in occasione della prestazione della garanzia. In primo luogo: rifiuto della riparazione gratuita in garanzia legale in presenza di altri danni e condizioni qualificate come non in garanzia. In secondo luogo: effettuazione di riparazioni reiterate, limitando la sostituzione del prodotto attraverso l’imposizione di condizioni molto restrittive e terzo, richiesta ai consumatori di pagare le spese di verifica e spedizione, pena la mancata restituzione del prodotto, quando sia stata richiesta la prestazione della garanzia legale nel primo periodo della stessa. L’ILLECITO ACCERTATO DALL’ANTITRUST In particolare dal procedimento è emerso che la società rifiuta la riparazione in garanzia legale in presenza di altri difetti del prodotto, anche soltanto estetici – ad esempio se le superfici e/o altre parti esterne del prodotto presentano più di un graffio sullo schermo, di dimensioni non superiori a 5 centesimi di millimetro di larghezza e 5 millimetri di lunghezza -, subordinando la prestazione in garanzia alla riparazione dei danni fuori garanzia. Inoltre Xiaomi effettua reiterate riparazioni anziché sostituire il prodotto, privando così ripetutamente il consumatore del bene acquistato. LE PRECISAZIONE DELL’AUTHORITY L’Autorità ricorda che l’intervento di “riparazione” può costituire un rimedio solo se risolve tempestivamente il difetto di conformità. COSA “PRETENDE XIAOMI TECHNOLOGY IYALY Infine Xiaomi Technology Italy S.r.l. – in caso di verifica negativa di un difetto di conformità del bene – chiede di pagare le spese di verifica del difetto e di spedizione del prodotto, pena la mancata restituzione, se il consumatore rifiuta il preventivo della riparazione fuori garanzia. Spetta invece a Xiaomi verificare l’eventuale esistenza del difetto di conformità denunciato senza addebitare alcun costo di verifica o di spedizione. IL PERIODO DELLA VIOLAZIONE Per quanto riguarda la durata della violazione, risulta che Xiaomi Technology Italy S.r.l. ha adottato la pratica commerciale scorretta a partire dalla prima metà del 2018. Inoltre, secondo l’Antitrust, la pratica è ancora in corso, non essendo le misure proposte ed adottate dalla società nel corso del procedimento tali da determinarne la cessazione. LA SANZIONE PECUNIARIA Pertanto, l’autorità ha deliberato di irrogare una sanzione amministrativa pecuniaria applicabile a Xiaomi Technology Italy S.r.l. nella misura di 3,2 milioni di euro. Anziché l’importo base di 4 milioni di euro, visto che l’Agcm ha accertato la presenza delle circostanze attenuanti consistenti nell’implementazione, nel corso dell’istruttoria, di alcune misure migliorative da parte di Xiaomi Italy.
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Perché l’Antitrust pizzica Xiaomi in Italia
di Chiara Rossi