Così l’Ucraina ha smantellato una rete di spionaggio russo femminile
All’interno di un’operazione “multi-stadio”, così come è denominata nel rapporto dei servizi di sicurezza ucraini, si apprende che il controspionaggio di Kiev avrebbe sradicato una rete di agenti segreti, al soldo dei russi ed operante nella zona del Donetsk. Dallo stesso, però, spunta un particolare interessante, ovvero che gli agenti in questione fossero tutte donne ed in servizio operativo sia per il gruppo Wagner che per l’Fsb. L’obbiettivo della rete era quello di raccogliere informazioni dai cittadini del luogo, inerenti alla quantità di mezzi militari e la loro ubicazione. Ma, nei dettagli, si è rilevato che l’interesse principale delle spie era invece focalizzato nell’intercettare il movimento dei carri armati di Kiev che sarebbero stati poi destinati al dispiegamento in prima linea.
Gli obiettivi
Secondo le narrative, il gruppo avrebbe acceso i riflettori anche sulle linee aeree. Il tentativo, infatti, era quello d’identificare quali fossero gli elicotteri da combattimento e quali le rotte già programmate dei velivoli da guerra, da riferire, poi, a Mosca. Il servizio segreto di Kiev descrive che le spie avrebbero anche percorso le aree d’interesse strategico che si erano prefissate, riuscendo nell’intento di fotografare presidi ed obbiettivi militari. Questo si sarebbe evinto dal fatto che, dati sensibili, sarebbero stati trasmessi, successivamente, sia ad un agente dell’Fsb che ad un uomo della Wagner, attraverso un’applicazione di messaggistica. Le fonti aperte confermano, inoltre, che durante le perquisizioni effettuate dagli uomini di Zelensky a casa delle donne, sarebbero stati ritrovati i cellulari utiizzati e le chat delle loro conversazioni, rimbalzate e pubblicate, poi, da differenti testate editoriali internazionali.
Dalle fonti si apprende che l’intera operazione d’intelligence, è stata condotta e coordinata tra le regioni di Donetsk e Luhansk sotto la supervisione dell’ufficio del procuratore di Donetsk. E che la squadra degli investigatori, di questo stesso team, avrebbe, successivamente, contestato i reati di cospirazione, alto tradimento e crimini per la diffusione di informazioni sensibili, relativi ai mezzi militari e rotte aeree. Inoltre, si rileva che sarebbe stato emanato anche un avviso di garanzia ad un altro membro della rete, che attualmente sembra, però, essersi nascosta, in Russia. Le informazioni su quest’ultima riferirebbero che tale agente, avesse pianificato di trasferirsi, in realtà, già dall’inizio dell’operazione speciale, con lo scopo preciso di coordinare l’anello delle spie rosa, proprio da remoto. Sulle altre cellule di Mosca, invece l’intelligence riporta che le stesse risulterebbero essere tutte residenti nell’area di Pokrovsk e che il loro reclutamento risalirebbe intorno al mese di febbraio 2022. Data dalla quale sarebbero poi rimaste dormienti fino a nuovi ordini.
Il complotto per uccidere Zelensky
Dall’analisi delle risorse aperte, però, spunterebbe anche un altro inquietante particolare. Il Financial Times riporta che una delle spie abbia tentato di raccogliere informazioni sulle città che il leader ucraino stava visitando durante i viaggi previsti a Mykolayiv E, secondo il portavoce dei servizi segreti, Artem Dekhtiarenko, l’agente, soprannominata poi “il traditore”, avrebbe progettato di trasmettere le coordinate in Russia, in maniera tale che le forze avversarie fossero istruite su come poter portare un attacco mirato sulla posizione di Zelensky. Dall’intelligence di Kiev, infine, si apprende anche del ritrovamento di pagine di un quaderno, tenuto presumibilmente, come registro del luogo e dei transiti degli armamenti nei pressi di Ochakiv, dove è situata un’altra importante base militare di Kiev.
Ma a colorire di suspense, però, questa narrativa d’intelligence è una notizia del New York Post, il quale ha riportato che i servizi segreti di Kiev abbiano sventato, anche un ulteriore tentativo di violazione del sistema d’informazione di combattimento delle forze armate, perpetrato da un’élite di hacker russi, conosciuti come Sandworm. In tale articolo si evince, infatti, che cyber-attacchi avrebbero cercato di penetrare la difesa cibernetica di Kiev con l’obbiettivo di sottrarre i piani militari ed “organizzare una raccolta di informazioni” per poi diffondere virus nei loro sistemi d’arma. La notizia era stata ufficializzata, peraltro, proprio lo stesso giorno anche dell’altra missione, dal servizio segreto di Kiev, e quindi questo fa “presumere” che le due operazioni d’intelligence siano state effettuate in contemporanea. Il che spiegherebbe la denominazione di “multi-stadio”, riportata, poi, nel dossier, dal controspionaggio ucraino
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