Videocamere, scatta l’allarme privacy per oltre il 90% dei dispositivi

Indagine di Federprivacy e Ethos Academy: in Italia conformità al Gdpr solo nell’8% dei casi, un “illecito” che può costare alle imprese 4 milioni in sanzioni. La scarsa formazione di progettisti e installatori fra le cause del problema 10 Giu 2022 L. O.

La telecamera c’è. Ma il cartello che avvisa della sua presenza no. O meglio, c’è solo nell’8% dei casi. E’ questo lo scenario dei sistemi di videosorveglianza italiana realizzato da Federprivacy in collaborazione con Ethos Academy che rivela che solo una minoranza di installazioni rispetta il Gdpr che impone regolari cartelli informativi per i cittadini che entrano in un esercizio pubblico dotato di videosorveglianza. Un abuso che comporta per le aziende sanzioni per oltre 4 milioni, ricorda il report. Indice degli argomenti • Telecamere, Gdpr non rispettato • Progettisti e installatori senza formazione Telecamere, Gdpr non rispettato Sono meno della metà i progettisti e gli installatori che si rendono conto dei reali rischi sulla privacy e del pericolo sanzioni. Appena il 3% delle aziende italiane che ha un Dpo o un referente privacy ha sede al sud.

A quattro anni dall’entrata in vigore del regolamento europeo, il Gdpr, si legge nel report, “le città italiane sono sempre più smart, ma gli occhi delle telecamere disseminate ormai ovunque non sono troppo rispettosi della privacy dei cittadini“. Secondo l’indagine solo l’8% degli intervistati che è entrato in un esercizio pubblico dotato di un sistema di videosorveglianza afferma di aver trovato esposto un regolare cartello di informativa che avverte in modo chiaro e trasparente la presenza di telecamere con l’indicazione dei corretti riferimenti normativi e delle informazioni complete che dovrebbero essere fornite all’interessato. Addirittura, dallo studio è emerso che nel 38% dei casi non c’è proprio alcun cartello che mette a conoscenza il cittadino della presenza delle telecamere, e anche se nel restante 54% dei casi l’interessato prende atto che è esposto un cartello, tuttavia questo risulta non compilato con le informazioni necessarie o del tutto inadeguato a causa di riferimenti normativi obsoleti o sbagliati. “Anche se il Gdpr ha segnato una svolta storica per la tutela della privacy dei cittadini – dice il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi – il fatto che chi installa i sistemi di videosorveglianza abbia ancora scarsa sensibilità verso le regole in materia di protezione dei dati personali rappresenta un fenomeno preoccupante, specialmente se si considera che sono trascorsi ormai due anni da quando i garanti europei hanno pubblicato le Linee Guida n.3/2019 per fornire ogni chiarimento eventualmente necessario, e quindi non dobbiamo sorprenderci se più del 15% delle sanzioni sono specificamente riferite proprio a violazioni commesse attraverso telecamere e impianti di videosorveglianza, gravando complessivamente per le imprese pubbliche e private per oltre 4 milioni di euro”. Progettisti e installatori senza formazione Una fetta di responsabilità, secondo l’indagine, è attribuibile a progettisti e installatori, in quanto su un campione di 1.127 operatori intervistati solo il 46% di questi hanno ammesso di rendersi conto di avere a che fare con temi che comportano rischi elevati ed esposizione alle pesanti sanzioni previste dal Gdpr. Specialmente nelle aree geografiche del sud Italia, è risultato che solo il 3% delle aziende di appartenenza dei professionisti intervistati sono dotate di un Data Protection Officer o di un’altra figura dedicata alle tematiche della privacy, e dalla stessa area geografica solo il 15% dei professionisti avverte la necessità di ulteriori approfondimenti della materia. “Dai risultati emerge che c’è ancora tanto da fare – commenta Andrea Sandrolini, Ceo di Ethos Academy –. Il Gdpr ha portato in dote un cambiamento radicale che doveva permettere ai professionisti della sicurezza di formarsi e adeguare il parco impianti installato alla norma, ma in grande parte così non è stato. Occorre quindi una attenta riflessione sulla necessità di una formazione adeguata e puntuale per gli addetti ai lavori del comparto, che deve rimboccarsi le maniche per sviluppare le proprie competenze e mettere in sicurezza la propria impresa e il committente”.

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