IL CONFLITTO Guerra Russia-Ucraina: Kiev prepara un piano per trasferire i dati su server esteri Secondo indiscrezioni di stampa il Governo starebbe puntando a migrare le informazioni sensibili per evitare compromissioni in caso di attacchi hacker. Intanto continua il fuggi fuggi delle tech company dalla Russia: chiudono le attività i colossi del gaming Sony e Nintendo. Google interrompe i servizi a pagamento anche su YouTube 10 Mar 2022 Patrizia Licata giornalista
Sony e Nintendo si aggiungono alla lista delle tech company che hanno interrotto le loro relazioni commerciali con la Russia dopo l’attacco all’Ucraina. La divisione del gaming di Sony (PlayStation) ha cessato la vendita dei suoi prodotti in Russia, chiarendo che è sospesa la spedizione e distribuzione di console e software nel Paese, incluso il nuovo game Gran Turismo 7. Il PlayStation Store non sarà più accessibile per gli utenti in Russia. Stessa decisione per Nintendo, che ha sospeso a tempo indeterminato le consegne in Russia citando difficoltà lungo la catena logistica. Il produttore giapponese della console Switch ha anche deciso di rinviare il rilascio del gioco di strategia militare Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp “alla luce dei recenti eventi mondiali”. Il ritiro di Sony è particolarmente rilevante perché, a detta degli analisti di mercato, è il produttore di console per videogame con la maggiore presenza in Russia. Indice degli argomenti • Fuggi fuggi delle aziende del gaming dalla Russia • YouTube sospende le funzioni a pagamento • Kiev pronta a spostare dati e server all’estero Fuggi fuggi delle aziende del gaming dalla Russia Nei giorni scorsi altri colossi tecnologici e non sono usciti dal mercato russo –e l’emorragia continua. Tra le aziende che hanno lasciato il Paese ci sono big tech come Netflix, TikTok, Epic Games, Meta, Google, Apple, Microsoft, Paypal, ma anche McDonald’s, Coca-Cola, PepsiCo e Starbucks. In particolare, diverse aziende dei videogame hanno deciso di recidere i legami con la Russia. Per esempio, Cd Projekt, produttore del gioco di science fiction Cyberpunk 2077, e Electronic arts hanno detto che bloccheranno tutte le vendite di giochi e contenuti in Russia e Bielorussia. Microsoft ha annunciato che fermerà tutte le nuove vendite di prodotti e servizi in Russia, include le console, i software e gli abbonamenti legati alla console Xbox. Epic Games, il creatore di Fortnite, ha seguito lo stesso percorso, cessando le vendite dei suoi giochi in Russia. YouTube sospende le funzioni a pagamento Una decisione simile arriva da YouTube e Google play store, filiali del gruppo Alphabet, che hanno sospeso tutti i servizi a pagamento in Russia, inclusi gli abbonamenti, anche a seguito delle difficoltà di pagamento bancario create dalla sanzioni occidentali. Google e YouTube avevano già interrotto la vendita di pubblicità online in Russia, seguendo l’esempio di Twitter e Snap. “Stiamo proseguendo con le decisioni prese estendendo l’interruzione delle attività in Russia a tutte le nostra funzionalità cui è legata la monetizzazione: YouTube premium, sponsorizzazioni, super chat e merchandising“, ha fatto sapere l’azienda. Di conseguenza i creativi di YouTube smetteranno per ora di ricevere entrate da queste funzioni. Le restrizioni si applicano solo agli utenti che si trovano in Russia. Restano accessibili agli utenti russi le app gratuite di Google play store. Kiev pronta a spostare dati e server all’estero Intanto il governo ucraino sta predisponendo tutte le azioni necessarie nel caso in cui fosse costretto a spostare all’estero i suoi dati e i suoi server. Questa misura verrebbe presa se le forze militari russe estendessero il loro controllo nel Paese e i dati e documenti sensibili del governo fossero a rischio, come ha dichiarato a Reuters Victor Zhora, vice direttore dei servizi di cybersicurezza dell’Ucraina (State Service of special communications and information protection). Kiev ha già cominciato a trasportare attrezzature e backup in aree più sicure del Paese al di fuori della portata delle forze di invasione russa. Il “Piano A” resta quello di garantire protezione ai dati sensibili entro i confini nazionali. Ma il Piano B potrebbe prevedere un trasferimento all’estero, preferibilmente in un Paese europeo.
dati