Le infrastrutture informatiche dell’Alleanza e quelle di alcune forze militari appartenenti a paesi dell’Europa orientale sono finite nel mirino di gruppi riconducibili alla Russia. A renderlo noto un report pubblicato dal Threat Analysis Group di BigG. Ecco cosa è successo 31 Mar 2022 F. Me
Gli hacker russi hanno recentemente tentato di infiltrarsi nelle reti della Nato e dei ministeri della difesa di diversi paesi dell’Europa orientale, secondo un rapporto del Threat Analysis Group (Tag) di Google. Il report non dice quali forze armate siano state prese di mira in quelle che Google ha descritto come “campagne di phishing delle credenziali”. “Le campagne sono attuate sfruttando nuovi account Gmail creati appositamente e destinate ad account non riconducibili a Google, dunque la loro efficacia non può essere stimata”, spiega Tag. La responsabilità di quanto rilevato è attribuita a un gruppo identificato come Callisto o, in alternativa, Coldriver. È la stessa realtà descritta nel 2019 dalla finlandese F-Secure Labs come “interessata alla raccolta di informazioni relative alla politica estera e alla sicurezza in Europa”. Funzionari statunitensi hanno ripetutamente avvertito che la Russia e i gruppi di hacker sostenuti dalla Russia rappresentano una minaccia, mentre la Russia ha negato le accuse di attacchi informatici crescenti contro obiettivi occidentali.
COMMENTO: leggi in altri articoli di questo sito come si può limitare enormemente il phishing con tecniche software-hardware e non basandosi sulla impossibile formazione e presa di coscienza di 3 miliardi di persone nel mondo che possono diventare punto di partenza di una azione di deleterio phishing, oltre agli oltre 10 miliardi di dispositivi IOT connessi con internet. In questo ultimo caso vedere l’impiego del nostro formidabile sistema di crittografia utilizzato per la difesa di siti strategici.
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